Una sentenza che ci obbliga a rimetterci in gioco

Dalle due sentenze, rilasciate lo scorso 19 dicembre, ciò che emerge in particolare, come si evince dall'articolo di Giovanni Merlo, è:

  • il D.lgs 130/2000 non sia da considerarsi vigente, anche in virtù della mancata applicazione di un decreto attuativo e che, quindi, non possa essere considerato un Livello Essenziale di Assistenza
  • in materia, la competenza è nelle mani delle Regioni e che la precedente legislazione statale non possa essere considerata preordinata ai livelli essenziali di assistenza, come invece affermato in precedenza dal Consiglio di Stato
  • si ribadisce come ogni intervento della Stato in materia debba essere assunto in collaborazione tra Stato e Regioni e non con interventi unilaterali da parte centrale.

Tutto questo è risultato per molti come un fulmine a ciel sereno e si sono cominciate a leggere dichiarazioni di forte critica alla Corte Costituzionale e dichiarazioni del tipo "adesso è tutto perduto". LEDHA invece crede che, così come abbiamo sempre chiesto ai Comuni il rispetto delle sentenze dei TAR, oggi dobbiamo rispettare ciò che ha sentenziato la Corte Costituzionale.
E quindi avevamo sbagliato tutto? No, è stato giusto fare una battaglia per il rispetto della legge in base a quello che ritenevamo la corretta interpretazione di essa. E' stato giusto porre i riflettori su un tema che riguarda la difesa del reddito delle persone con disabilità e delle loro famiglie a cui non si può chiedere di farsi carico dell'assistenza dei propri familiari permettendo che questo faccia scivolare verso la soglia di povertà le loro famiglie.
Ma, è ora evidente, che erano anche giuste le preoccupazioni e le riflessioni che come LEDHA abbiamo portato avanti da due anni a questa parte sui limiti che aveva la sola soluzione legale/giudiziaria, ma che bisognava tornare ad un confronto politico per trovare una soluzione condivisa ed equa.
Non a caso LEDHA, al contrario di altre Associazioni, giudicammo come un importante passo avanti il DGR della Lombardia sul fattore famiglia ancora oggi in fase di sperimentazione o ritenemmo positivo l'accordo firmato in provincia di Brescia in cui si individuava nel limite di 45.000,00 euro il livello oltre cui chiedere il contributo familiare.
La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità afferma che "la disabilità è un concetto in continua evoluzione" e da questo insegnamento dovremmo ripartire.
In questi anni la distruzione del sistema di welfare da parte di miopi e scellerate scelte politiche, l'impoverimento costante delle famiglie e dei cittadini Italiani dovuta anche da una delle peggiori crisi economiche del dopoguerra, ci obbliga ad adeguare anche le nostre analisi rispetto a quando lanciammo la campagna "Pagare il Giusto".
Oggi forse più che concentrarsi su ISEE famigliare o ISEE individuale dovremmo porci il problema di una ricerca puntuale che metta in evidenza i reali "costi" della disabilità e dell'incidenza che questi costi hanno su una famiglia, sui singoli cittadini con disabilità.
Dovremmo insistere sulla richiesta di separazione tra le persone che diventano non autosufficienti a causa di una avanzata anzianità e chi invece è una persona non autosufficiente per una disabilità.
Dovremmo imporre una riflessione su cosa significa oggi essere una persona o una famiglia benestante e qual'è il limite di reddito individuale o famigliare che sia a cui chiedere una compartecipazione alla spesa non significhi un deciso abbassamento della qualità di vita della famiglia o del cittadino. Non dimenticando mai che il sistema universalistico, sia sanitario che sociale, che abbiamo in Italia e che deriva dalla nostra Costituzione non fa distinzione di censo per definire il diritto all'accesso ai servizi.
Siamo alla vigilia di Elezioni Nazionali e Regionali che potrebbero porci di fronte a dei cambiamenti importanti riguardanti gli approcci alle tematiche della disabilità e dei temi sociali più in generale.
In particolare in Regione Lombardia LEDHA proporrà, in coordinamento con il Forum del Terzo Settore, le proprie proposte indirizzate ad una profonda riforma del sistema del welfare regionale: Presa in carico globale, LIVEAS regionali, Vita Indipendente, creazione di un fondo per la non autosufficienza finanziato sia dal comparto sanitario che da quello sociale, programmazione almeno triennale dei fondi per le politiche sociali, una equa adeguata e realistica compartecipazione alla spesa che non metta in discussione l'obiettivo dell'inclusione sociale e del livello di dignità redittuale delle famiglie e dei cittadini lombardi.

 

Fulvio Santagostini
Presidente LEDHA

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