“Ogni giorno senza vaccino è un giorno di rischio in più”

Le vaccinazioni delle persone con disabilità grave che frequentano alcuni centri diurni di Legnano procedono a macchia di leopardo e con tempistiche differenti. “L’organizzazione fatta per la somministrazione prevede che mentre alcuni centri hanno già somministrato almeno la prima dose, per altri la data prevista sia fine maggio/inizio giugno, stiamo parlando di circa 50 persone più i loro conviventi”, denunciano Francesca Fusina di Anffas Legnano e Luciano Lo Bianco di Uildm Legnano. Un disservizio già segnalato al Vax manager di ATS Milano Città metropolitana ma senza alcun riscontro.

La denuncia è contenuta in una lettera che le due associazioni hanno inviato al Commissario straordinario per l’emergenza Covid, al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana; all’assessore al Welfare, Letizia Moratti, all’assessore alla Famiglia e disabilità, Alessandra Locatelli.

Ogni giorno senza vaccino e un giorno di rischio in più. Ci sentiamo presi in giro e discriminati, non è possibile che nella stessa ATS si stiano verificando trattamenti così diversificati a seconda della ASST di appartenenza, non è possibile che anche all’interno della stessa ASST ci sia chi è stato già vaccinato e chi invece andrà a giugno”, scrivono le due associazioni nella lettera in cui si chiede che venga posto rimedio al più presto a questa grave situazione discriminatoria “e che nei prossimi giorni vengano vaccinati tutti gli utenti dei centri diurni e i loro caregiver”.

Ci erano state fatte delle promesse e non sono state mantenute -spiega Francesca Fusina di Anffas Legnano e consigliera di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità-. Avevamo avuto rassicurazioni sul fatto che entro il mese di aprile sarebbero state completate le vaccinazioni nei centri diurni e invece non è successo. Addirittura, in alcune strutture la somministrazione del vaccino è stata programmata per i primi di giugno. Ci siamo sentiti sacrificabili, come se non fossimo degni di attenzione. La vita di una persona con disabilità e quella dei genitori di persone con disabilità, in particolare per chi ha una disabilità intellettiva, è stata difficilissima in questi mesi di pandemia: vorremmo solo poter tirare un sospiro di sollievo. Avere la ragionevole certezza di non ammalarci. Quanto meno in forma non troppo grave, per continuare ad assistere i nostri cari”.

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