Le perplessità attorno al nuovo PEI

Con un recente provvedimento (il Decreto Interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182) il ministero dell’Istruzione e il ministero dell’Economia hanno dato il via libera all’adozione del nuovo PEI (Piano educativo individualizzato), uno strumento fondamentale per la didattica inclusiva a favore degli alunni con disabilità.

Proprio perché si tratta di uno strumento essenziale per garantire il funzionamento della “scuola di tutti” e l’inclusione scolastica dei bambini e dei ragazzi con disabilità Ledha Milano non può restare indifferente di fronte alle critiche mosse da alcune associazioni tra cui CoorDown (Coordinamento Nazionale delle Associazioni delle persone con sindrome di Down), il CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno) e Uniti per l’autismo.  

Nel testo del provvedimento, infatti, sono presenti alcune “zone grigie” che sollevano dubbi e perplessità nelle famiglie e nelle associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle persone con disabilità. Il decreto, infatti, prevede la possibilità unilaterale per la scuola di ridurre l’orario di frequenza e di esonerare l’alunno con disabilità da alcune discipline, con il conseguente allontanamento dal gruppo classe e dai suoi docenti. Ci chiediamo se questa decisione (contestuale alla previsione di dare vita a “spazi laboratoriali” o “aule riservate”) non rischi di ricreare, di fatto, le vecchie classi differenziali. C’è poi un ulteriore elemento che preoccupa le associazioni di genitori di persone con disabilità, ovvero il ruolo marginale che il nuovo decreto assegna alla famiglia all’interno del nuovo GLO (Gruppo di lavoro operativo per l'inclusione), definendole semplicemente come uno dei soggetti chiamati a partecipare. 

Per protestare contro questa situazione, CoorDown ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org in cui si chiede “con la massima urgenza la convocazione di un tavolo di confronto con le Istituzioni competenti, per poter rappresentare le criticità evidenziate e le necessarie proposte di modifica”. Alla petizione si affiancano due manifestazioni di protesta (virtuali): la campagna social con l’hashtag #NOESONERO e il flash mob in programma sabato 13 febbraio alle ore 12.

Per maggiori informazioni, visitare il sito di CoorDown

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