Il Pio istituto sordi (Pis) -storica istituzione educativa milanese oggi divenuta fondazione di erogazione- ha pubblicato sul proprio sito internet due nuovi bandi finalizzati a supportare attività mirate sulla disabilità uditiva. “Le opportunità messe costantemente a disposizione dal Pis sono molte, tutte focalizzate sull'abbattere le barriere che incontra chi convive, a diverso titolo, con la sordità e siamo felici di valutare e accogliere idee e progetti innovativi e mirati”, spiega Daniele Donzelli, presidente del Pio istituto sordi. Di inizio anno è anche la messa online del nuovo sito web, una vetrina più moderna e intuitiva, ricca di informazioni per conoscere la storia, le attività, i progetti svolti e le opportunità per realtà onlus e singoli individui coinvolti a vario titolo con la disabilità uditiva.
Il primo è il bando “Inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva” finanziato attraverso il Fondo sordità Milano del Pio istituto sordi presso Fondazione di Comunità Milano. Sostiene progetti che contribuiscono all’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva e che possono riguardare uno o più tra i seguenti settori: ricerca e innovazione, educazione, formazione, inserimento lavorativo, cultura, sport, attività socio-assistenziali. I progetti (per un valore massimo di 5mila euro ciascuno) dovranno realizzarsi sul territorio della fondazione: la città di Milano e i 56 comuni delle aree Sud Ovest, Sud Est e Adda Martesana. Il termine per presentare i progetti è il 30 giugno 2022.
Il secondo bando (Bando PIS 2022) invece metterà a disposizione risorse economiche per sostenere progetti di piccola e media entità da realizzarsi su tutto il territorio nazionale per favorire l’inclusione e il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità uditiva. Il termine per presentare i progetti è il 31 maggio 2022.
“Valuteremo ogni progetto, di qualunque natura, che abbia come focus l'inclusione delle persone sorde -aggiunge Stefano Cattaneo, direttore del Pis- e metta la persona sorda al centro, in linea con le raccomandazioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e con lo spirito della nostra Fondazione”.
Nata come istituzione scolastica nel lontano 1854, la Fondazione ha mantenuto negli anni il suo ruolo di guida per le famiglie e le persone che devono fare i conti con la sordità e gli enti che si adoperano per abbattere pregiudizi e barriere favorendo l'inclusione a scuola, al lavoro e nelle relazioni sociali quotidiane. La sua trasformazione da Istituto pedagogico in Fondazione di erogazione di contributi la rende oggi una delle realtà di riferimento nel Terzo Settore per questa forma specifica di disabilità che, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità riguarda circa 460 milioni di persone, di cui 34 milioni in età infantile, con un progressivo incremento nel prossimo futuro.
In Italia le persone che hanno una perdita uditiva sono circa cinque milioni di cui il 75% ha una perdita uditiva leggera o media e il 5% grave o profonda. La maggior parte di loro ha perso l’udito dopo l’acquisizione del linguaggio, soprattutto a partire dai 50 anni di età. Un terzo delle persone sopra i 65 anni convive con una perdita di udito. In Europa la perdita di udito coinvolge oltre 34 milioni di persone ed è considerata condizione a vario titolo disabilizzante. La sordità neonatale è la più frequente disabilità sensoriale congenita e, sempre secondo l’Oms, incide in circa 1-4 casi ogni mille abitanti. In Italia sono almeno 90mila le persone con disabilità uditiva (certificati ai fini Inps), con un'incidenza intorno al 1,5%.
Perdere l’udito in età precoce spesso significa incorrere in difficoltà di acquisizione del linguaggio con tutto ciò che ne consegue: disagio, rischio di isolamento, difficoltà di comunicazione e relazione. “La sordità influisce molto sulle relazioni interpersonali e sociali -confermano dal Pio istituto dei sordi- per cui serve sensibilizzare le istituzioni e la società civile su quanto sia importante fare qualcosa ogni giorno per abbattere barriere che spesso non riusciamo nemmeno a immaginare. Questo, soprattutto per bambini e giovani, alle prese con l'inserimento a scuola, le amicizie, lo sport e il mondo del lavoro”.