Diventare grandi. Indipendenti

L'indipendenza si costruisce con piccoli gesti. E anche con qualche dimenticanza. Come è capitato ad Annamaria che ogni tanto, presa dalle faccende domestiche o dalle chiacchiere con le coinquiline, si scordava di telefonare alla madre per darle la buonanotte. "Il fatto che lei mi dicesse: Scusa, mi sono dimenticata…. per me era bellissimo", ricorda Lucia Pesce. Segno che Annamaria stava crescendo, stava diventando autonoma all'interno di uno spazio diverso dalla casa che, fino a quel momento, aveva condiviso con i genitori.

Per due mesi, Annmaria ha partecipato all'esperienza di ProgettaMI, progetto sperimentale che ha dato a oltre 60 persone con disabilità residenti a Milano la possibilità di mettersi alla prova in un percorso di vita autonoma e indipendente. "C'era già prima la sensazione che avremmo dovuto fare qualcosa per il futuro di Annamaria – spiega Lucia Pesce -. Perché potesse essere contenta il più possibile. Ma non avevamo le idee chiare".

L'incontro con le assistenti sociali del progetto e la partecipazione agli incontri di sensibilizzazione promossi da ProgettaMI sono stati il punto di svolta per capire come muovere i passi successivi. A questi incontri hanno partecipato oltre 1.100 persone, madri e padri di persone con disabilità, desiderose di andare a dipanare la matassa del "dopo di noi". La proposta di far trascorrere ai propri figli un periodo di quattro mesi lontano da casa, inizialmente, ha preoccupato molte famiglie: "Non sono abituate al fatto che qualcun altro si occupi dei loro figli, se non per brevi periodi – continua De Lorenzo -. E pensano, anche giustamente, di essere i soli a sapere come comportarsi".

ProgettaMI, promosso da Ledha, Consorzio Sir e Fondazione Idea Vita con il contributo del Comune di Milano e di Fondazione Cariplo, ha provato a fornire una risposta ai dubbi e alle perplessità delle famiglie. Più di 60 persone con disabilità hanno avuto la possibilità di mettersi alla prova all'interno di uno degli appartamenti messi a disposizione dai vari enti gestori coinvolti nel progetto: "Azione solidale", "Consorzio Sir", "Handicap… su la testa!", "Il Fontanile" e "Spazio Aperto Servizi".

ProgettaMI ha rappresentato una forte spinta in avanti, per tutti gli attori in gioco – sottolinea il direttore del progetto, Roberto Morali -. Per le persone con disabilità, che hanno scoperto di poter vivere fuori casa, per le famiglie, che hanno dovuto fare i conti con lunghi periodi di distacco. Per gli enti gestori che hanno dovuto condividere e modificare il proprio modello gestionale".
La forza di ProgettaMI, infatti, sta nel fatto di aver messo in rete il patrimonio di esperienze già presente nella città di Milano, testandolo e adattandolo alle esigenze di chi vuole mettersi alla prova nell'ambito di un percorso di vita autonoma e indipendente. "ProgettaMI è una sfida aperta per tutta la società milanese e va oltre il progetto che si chiude – conclude Roberto Morali -.È un cammino iniziato nel 2007 e che oggi nel 2013 già ci costringe a spingere lo sguardo oltre".

“La sperimentazione è servita a molte famiglie per verificare cosa non vogliono per il futuro dei propri figli – conclude Elisabetta Malagnini, pedagogista e monitore per ProgettaMI -. Ora le cose non possono più essere come prima: abbiamo allenato una serie di atleti, che ora attendono l'inizio delle Olimpiadi". La sfida, dunque, è aperta. Occorre trovare risposte adeguate a un bisogno di autonomia e indipendenza di cui (forse) prima, non c'era un'adeguata percezione.

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