Città Metropolitana di Milano, tre condanne in due mesi

Lo scorso giugno Tribunale ordinario di Busto Arsizio ha affermato la discriminazione perché la Città Metropolitana di Milano non ha riconosciuto a un bambino con disabilità le ore necessarie di assistenza. Alcuni giorni fa, il Tribunale ordinario di Pavia ha nuovamente sanzionato la Città Metropolitana di Milano per non aver garantito i servizi di assistenza o averli riconosciuti tardivamente a due alunni con disabilità.

È di questi giorni una terza sentenza di condanna, emessa dal Tribunale di Milano che ha riconosciuto sia la discriminazione per non aver garantito il diritto alle ore di assistenza a diversi alunni e studenti con disabilità. Una sentenza che –soprattutto- ha accordato a LEDHA un risarcimento per la accertata condotta discriminatoria collettiva, consistita nel riconoscimento di importi rimborsabili “a forfait” da parte della Città Metropolitana, senza attenzione alle esigenze individuali di ciascun allievo.

Tre importanti vittorie, tre condanne per discriminazione della Città Metropolitana in meno di due mesi. “E siamo in attesa di nuove sentenze”, aggiunge Laura Abet, avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità. “In queste tre sentenze l’indicazione della discriminazione messa in atto superando le singole esigenze individuali, è certamente il dato più importante e innovativo –aggiunge Laura Abet-. E che le famiglie, gli enti competenti e le scuole, dovranno tenere a mente per il prossimo anno scolastico”.

A partire dal prossimo anno scolastico i servizi per l'inserimento scolastico degli studenti con disabilità che facevano capo alle Province, passeranno sotto la responsabilità di Regione Lombardia che si farà carico anche di tutte le problematiche legate a questo delicatissimo tema con l’intento di mettere fine ad una situazione di grande disomogeneità che si era registrata negli anni passati.

La regione Lombardia con DGR 6832 del 30 giugno 2017, ha già pubblicato le Linee Guida e sono state date indicazioni sia ai Comuni che alle ATS, ciascuna per le proprie competenze, e sarà quindi loro compito ora darne attuazione. Gli assessori al Welfare, (Giulio Gallera) all'Economia crescita e semplificazione (Massimo Garavaglia) e Reddito di  autonomia e Inclusione sociale (Francesca Brianza) hanno dichiarato che lunedì 31 luglio verrà approvata una delibera che permetterà di essere pienamente operativi in apertura dell'anno scolastico.

Un’ultima importante indicazione tecnica da parte del Centro Antidisciminazione Franco Bomprezzi per il prossimo anno scolastico: “Quanto affermato dal Tribunale di Milano rispetto all’illegittimità degli importi conferiti a forfait combacia perfettamente con quanto contenuto nella DGR sopra menzionata – sottolinea l’avvocato Abet-. Infatti il contributo per l’assistenza ad personam  è correlato all’intensità del fabbisogno assistenziale. Ovvero al numero di ore di assistenza necessarie rilevato sulla base della valutazione effettuata dal GLHO in sede di elaborazione del PEI”.  Nelle linee guida è espressamente prevista la possibilità di richiedere ed ottenere un maggiore numero di ore di assistenza nei casi di disabilità complessa o nelle situazioni di particolare bisogno. Rimane compito del GLHO evidenziare tale maggiore necessità.

“Le famiglie e le associazioni si augurano che, nonostante le comprensibili iniziali difficoltà  -dichiara il presidente Alberto Fontana- tali dichiarazioni vengano rese realmente operative a partire da inizio di anno scolastico, in modo da rispettare i diritti degli alunni con disabilità ad andare a scuola come tutti. A settembre inizierà un anno di transizione fondamentale, ma anche un’occasione importante per migliorare il vecchio modello gestionale. Con la speranza di non dover più ricorrere alle aule dei tribunali per far valere un diritto sancito dalla legge”.

Gli enti competenti devono infatti tener conto del fatto che il diritto degli alunni scatta dal primo giorno di scuola, non nei giorni o nelle settimane successive. Anche nei casi in cui l'iter burocratico per l'attribuzione dei finanziamenti da parte della Regione non fosse stato ancora completato, le sentenze sopra riportate ricordano (forse con più forza della legge stessa) che ci troviamo di fronte a una vera e propria discriminazione diretta in ragione della disabilità, nel caso del riconoscimento del diritto in tempo successivo all’inizio dell’anno scolastico.

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