Cdd via Anfossi, lavori senza fine

Sono passati 25 anni dalle prime denunce dei genitori che, nel 1989, segnalarono all'amministrazione comunale l'inadeguatezza degli spazi del Centro diurno disabili (CDD) di viale Puglie. Sette anni dopo, nel 1996, il Comune di Milano ha deliberato l'assegnazione degli spazi della scuola di via Anfossi. Nel dicembre 2002 è stato approvato il progetto esecutivo per la costruzione di una nuova struttura: costo complessivo 2,5 milioni di euro. Ma ad oggi, del nuovo centro diurno di via Anfossi, ancora nessuna traccia. "Sono 25 anni che si parla del problema e sono trascorsi 12 anni dall' approvazione del primo progetto esecutivo e ancora non si vede la fine", denunciano il Coordinamento genitori CDD e le famiglie del Centro diurno di viale Puglie in una lettera inviata all'amministrazione comunale lo scorso novembre. In cui si chiede a Palazzo Marino di scrivere – una volta per tutte – la parola "fine" a questa vicenda.

Dopo l'approvazione del progetto per la costruzione di una nuova struttura in via Anfossi (2002), si rendono infatti necessari degli aggiornamenti al progetto a seguito di modifiche in materia di sicurezza (approvati nel 2006). I cantieri vengono consegnati alla ditta vincitrice della gara d'appalto nel gennaio 2007 che però non avvia i lavori e nel settembre 2007 viene approvata la revoca dell'aggiudicazione del contratto. La seconda azienda classificata presenta irregolarità contributive e fiscali, non può quindi subentrare nella realizzazione del progetto. Per questo si rende necessario bandire una seconda gara d'appalto.

Tra il 2009 e il 2011 vengono proposte diverse date di "fine lavori" (tra il 2012 e il 2013), tutte disattese: "Il 5 novembre 2014 ci viene comunicata la rescissione del contratto con l'azienda appaltatrice perché inadempiente", spiegano le famiglie del Cdd di viale Puglie e il Coordinamento genitori CDD, che chiedono a Palazzo Marino di trovare una soluzione alla questione in tempi rapidi e certi. "Il passato non si può cambiare, ma resta ancora una parte del lavoro da eseguire. L'eventuale ricorso a una nuova gara d'appalto sarebbe deleterio, potrebbero essere necessari almeno altri due anni per concludere i lavori".

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