Borghetto: “Il Covid ha portato alla luce le fragilità del sistema dei servizi comunali”

“Le difficoltà che i servizi comunali stanno affrontando in questo momento nel dare una riposta alle esigenze delle persone con disabilità e dei loro familiari non nascono dall’emergenza Covid. Ma da un sistema di gestione a livello comunale che già negli anni scorsi non funzionava soprattutto nella fascia dell’infanzia e adolescenza. Il Covid-19 ha portato alla luce tutte le fragilità di un sistema che, da molti anni, stiamo cercando di cambiare”.

Laura Borghetto è presidente di “L’abilità”, associazione con sede a Milano che offre ai bambini con disabilità un servizio diurno, uno Spazio Gioco e una comunità residenziale oltre a diversi servizi per le famiglie. L’emergenza Covid, la chiusura e la difficile gestione della ripartenza hanno inciso molto sulle attività dell’associazione e ancora adesso -in un momento in cui il numero dei contagi è tornato a crescere in maniera esponenziale- la preoccupazione è tanta: “Nella nostra comunità ci sono bambini molto fragili”, spiega Laura Borghetto.

Il 2020 è stato un anno segnato da molte difficoltà a partire dalla chiusura dei servizi offerti dall’associazione: “Eravamo tutti spaventati per i bambini, per nostri educatori, per le famiglie -ricorda Laura Borghetto-. Ma quello che ho trovato più difficile e doloroso è stata la fatica che abbiamo dovuto affrontare per rimettere in funzione i nostri servizi. Quando a maggio abbiamo riaperto il nostro centro fiurno lo abbiamo fatto avendo “contro” il sistema comunale che in quel momento arretrava, nell’attesa di regole che dovevano venire da ATS e dalla Regione ma che erano in ritardo.  Ci è stato detto che avremmo dovuto aprire sotto la nostra responsabilità dal momento che mancavano le linee guida regionali, che sono arrivate solo dopo mesi. Si è arrivati al paradosso che le persone con disabilità potevano andare su un mezzo pubblico o in pizzeria ma non nei centri diurni”.

Il momento più difficile, però, ricorda Laura Borghetto, non è stato quello del lockdown. Anche se la mancanza di dispositivi individuali (come guanti e mascherine) è stata motivo di grande preoccupazione. “Quello che trovo più grave è il fatto di essere stati abbandonati nei mesi successivi: tutto il lavoro che abbiamo fatto per riorganizzare le nostre attività, per capire come farlo, salvaguardando le attività dei bambini, le famiglie e gli operatori è stato un lavoro in solitaria. Senza nessun supporto da parte delle istituzioni preposte”, ricorda Laura Borghetto.

La paura è stata tanta, le difficoltà affrontate e superate molte: i mesi dell’emergenza Covid e, soprattutto, quelli difficilissimi della ri-apertura, possono però essere un punto di partenza per immaginare un nuovo modello di attività e gestione dei servizi per le persone con disabilità nel Comune di Milano. Nonostante le difficoltà di in un momento in cui i contagi tornano a crescere e il futuro sembra sempre più incerto, occorre però provare a guardare avanti. “Dobbiamo prendere questa pandemia come un’occasione per riflettere su quello che non funziona nel sistema comunale di gestione dei servizi”, sottolinea Borghetto. La lacuna più importante, secondo la presidente de “L’abilità”, è un’impostazione della macchina comunale eccessivamente concentrata sull’erogazione di servizi. Servizi che si attivano di volta in volta per dare risposte ai bisogni del singolo (bambino o adulto) “solo se ci sono i soldi e se ci sono gli enti che attivano quei servizi. Manca -conclude Borghetto- un’attenzione alla persona. E per questo è fondamentale ripensare i servizi mettendo al centro il progetto di vita individuale” .

 

 

 

 

 

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