AGEHA, la fragilità al centro

Uscire da una logica campanilistica e “Milano-centrica” per abbracciare nella dimensione della Città Metropolitana, sviluppando sinergie sui territori e fare una pianificazione efficace delle risorse. “Oggi, con la Città Metropolitana una delle più grandi sfide che dobbiamo affrontare è quella di mettere in rete i territori. Siamo in un momento in cui le associazioni del territorio hanno un grande desiderio di confrontarsi. Magari è un desiderio poco dichiarato, ma ogni volta che lanciamo delle iniziative lo tocchiamo con mano -spiega Guido De Vecchi, vice presidente di “AGEHA-Associazione di comunità”-. Lo abbiamo visto in occasione di un corso di formazione dedicato alla figura dell’Amministratore di sostegno promosso dalla rete di associazioni di Garbagnate: ci aspettavamo una cinquantina di iscritti. Ne sono arrivati quasi 300. C’è un grosso desiderio di confronto, bisogna incanalarlo bene”.

Creare ex novo o “ristrutturare” reti già esistenti (magari un po’ sfilacciate) è uno degli obiettivi che “AGEHA” si è data all’interno del progetto “Prossimità possibile” di cui è uno dei capofila. “AGEHA” è attiva sul territorio a Sud della città di Milano dal 1978, nata inizialmente come associazione di famiglie di persone con disabilità (l’acronimo sta per Associazione di genitori di handicappati) e nel corso di questi quarant’anni ha affrontato un percorso di crescita associativa e culturale che l’ha portata, nel 2021, a cambiare nome in “AGEHA – Associazione di comunità”. “Associazione perché siamo consapevoli che per i progetti complessi i risultati si raggiungono solo lavorando insieme. Di comunità perché riteniamo che il benessere del territorio si costruisca solo creando le condizioni affinché le tutte le persone fragili, possano vivere meglio in quel territorio. Uscendo dalla logica corporativista secondo cui ciascuno si prende cura del proprio orticello, ma senza badare a quello che succede in quello accanto”, spiega il presidente, Guido De Vecchi.

L’idea di fondo che regola tutto il lavoro di AGEHA è l’attenzione per le fragilità. “Gestiamo il progetto ‘Amministratori di sostegno’ per l’area a Sud di Milano e il progetto “Case in rete”: appartamenti di piccole e medie dimensioni in cui vivono, possono vivere complessivamente 20 persone. Negli ultimi otto anni abbiamo inaugurato un nuovo appartamento ogni 2-3 anni”, spiega De Vecchi. Il prossimo progetto, in via di concretizzazione, è un appartamento per cinque persone fragili gestito dalla cooperativa “Il Balzo” e da AGEHA all’interno dello Sprar (centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati) gestito da Caritas Ambrosiana e dall’associazione “Casa Betania”: “Per noi il minimo comune denominatore è il bisogno, tutelando i diritti delle persone più fragili: dal migrante, all’anziano solo alla persona con disabilità -spiega De Vecchi-. Questo ci permette anche di concretizzare quello che era una delle massime di Franco Bomprezzi: ‘sdoganare’ la disabilità dalla sua ‘riserva’”.

Punto di forza del progetto di “Prossimità possibile” è l’attivazione dei “punti di prossimità”, ovvero “luoghi facilmente identificabili sul territorio -spiega De Vecchi- come, ad esempio. le sedi di associazioni del terzo settore che hanno sviluppato progettualità per la vita indipendente delle persone fragili. Qui, le persone che hanno bisogno di un supporto possono trovare un’équipe multidisciplinare che offrono un supporto nel mettere a punto un percorso di vita possibile di qualità. In questo modo, inoltre, si evita la frammentazione del servizio tra diversi enti, evitando così alla persona che chiede aiuto di doversi spostare da un ufficio all’altro”. Un modello di intervento che affonda le sue radici e ha costruito esperienza grazie all’esperienza del progetto “Amministratore di sostegno” ma che non si rivolge solo alle persone con disabilità.

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