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Fondo per la non autosufficienza, anche Ledha Milano scende in piazza
Ledha Milano Città Metropolitana aderisce alla manifestazione promossa da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e FAND Lombardia in programma a Milano martedì 16 aprile per chiedere a Regione Lombardia e al Governo un intervento concreto e urgente per evitare che centinaia di persone con disabilità con elevato bisogno di sostegno vengano messe in “lista d’attesa” invece di ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno e diritto.
Nonostante il lungo confronto, il Piano nazionale per la non autosufficienza così come quello regionale presentano ancora una serie di criticità che devono essere affrontare al più presto per garantire alle persone con disabilità il diritto a una vita libera e dignitosa. Prevedono infatti un forte taglio dei contributi per i caregiver familiari delle persone con disabilità che beneficiano della Misura B2 e non garantisce risorse adeguate per rispondere alle nuove richieste di accesso alla Misura B1.
“Regione Lombardia ha utilizzato risorse proprie per compensare, parzialmente, i tagli ai caregiver delle persone con gravissima disabilità che beneficiano della Misura B1 -commenta Enrico Mantegazza, presidente di Ledha Milano-. Questo, però, ha avuto come conseguenza l’impossibilità di accogliere per l’anno in corso nuove richieste di accesso alla Misura B1. Si andrà quindi a creare una lista d’attesa e questo per noi non è accettabile”.
Un ulteriore elemento critico del Piano regionale sta nel fatto che i fondi “risparmiati” attraverso la riduzione dei contributi ai caregiver familiari dovrebbero andare a finanziare servizi di supporto diretto erogati dagli enti locali. Molti Comuni, tuttavia, hanno già dichiarato pubblicamente che non saranno in grado di erogare questi servizi in tempi brevi a causa della mancanza di risorse umane e professionali (assistenti sociali, educatori, Oss,…).
“Il rischio molto concreto che vediamo è che alle persone con grave e gravissima disabilità verrà garantito un numero di ore di assistenza esiguo che non sarà in grado di incidere significativamente sull’impegno dei caregiver familiari -puntualizza Mantegazza-. Ci tengo a sottolineare che nella maggior parte dei casi sono madri, mogli e sorelle ad assistere i propri familiari. E che continueranno a farlo, senza tirarsi indietro, anche con un contributo economico ridotto e senza un reale sostegno sotto forma di servizi da parte dei Comuni”.
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