“La disabilità è di chi guarda”. Il corso di formazione per gli oratori milanesi

“Se in un oratorio non ci sono ragazzi con disabilità forse, è perché non si è stati in grado di accoglierli”. Parte da questa riflessione Francesco Butti, formatore della Fondazione diocesana per gli oratori milanesi (FOM), per spiegare le motivazioni che hanno spinto la pastorale giovanile della Diocesi di Milano a pubblicare sulla propria piattaforma dedicata alla formazione di catechisti ed educatori (www.oramiformo.itt) un nuovo corso dal titolo: “La disabilità è di chi guarda”.

“Questa iniziativa vuole dare una risposta a un’esigenza che abbiamo riscontato in diocesi -spiega don Mauro Santoro, referente del tavolo di coordinamento diocesano “O tutti o nessuno” – Comunità cristiana e disabilità-. Stiamo sollecitando le parrocchie e gli oratori a diventare luoghi sempre più inclusivi, ma siamo consapevoli che questo non possa restare un semplice slogan. Né possiamo affidarci solo alla buona volontà dei singoli. Occorre una formazione che dia in mano agli operatori strumenti e conoscenze adeguati”.

Non sempre catechiste e volontari hanno alle spalle percorsi formativi ad hoc, che li sostengono nel rapporto educativo con i più giovani. Da qui l’intuizione della FOM di dare vita nel 2018 a una piattaforma per dare agli adulti che stanno a fianco dei ragazzi negli oratori (catechiste, educatori, membri dei consigli parrocchiali) nuovi strumenti per esercitare al meglio il proprio ruolo educativo.  Il primo corso proposto è stato quello dedicato al bullismo e al cyber-bullismo: oltre 20 ore di formazione online articolate in sei unità didattiche: oltre alla definizione e l’analisi di questi due fenomeni sono stati affrontati il tema del sexting, implicazioni legali  e il ruolo delle nuove tecnologie. A concludere il percorso formativo, un ultimo momento di confronto con esperti del tema, un esame finale e il rilascio di un attestato. “Il grande vantaggio di questa tecnologia è che permette di offrire corsi di alta qualità a un gran numero di persone, adeguandosi alle esigenze dei singoli, che possono seguire i corsi in base alle proprie esigenze e in base ai propri orari”, sottolinea Butti.

Poco prima di Natale 2020 è stato avviato il corso  dedicato alla disabilità. Anche in questo caso sono prevista sei unità didattiche, che affrontano temi diversi: dalla definizione del concetto di inclusione alle tipologie di disabilità, dalla sindrome di Down ai disturbi del neurosviluppo e i DSA, dal tema del linguaggio agli aspetti della normativa (in collaborazione con LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità). Fino ad affrontare il rapporto tra disabilità e spiritualità.

La sfida è riuscire a cambiare lo sguardo, anche quello di chi non ha a che fare tutti i giorni con la disabilità. “Chiediamo un cambiamento di mentalità significativo, che non è scontato nelle nostre comunità -riflette don Santoro-. Il rischio è che si corre è quello di un approccio assistenzialistico alle persone con disabilità e, più in generale, alle persone più fragili”. Il corso rappresenta un primo, importante passo in questa direzione per dare agli operatori parrocchiali la capacità di entrare in una relazione educativa con i ragazzi, a partire dai ragazzi con disabilità. “La sfida -conclude don Santoro- è mettersi in gioco per entrare in relazione”.

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