In vista dell'inizio del nuovo anno scolastico LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità conferma l'appuntamento fissato per lunedì 7 settembre con i genitori che, nei mesi scorsi, hanno inviato alle Province e alla Città Metropolitana di Milano le lettere-diffida per chiedere l'attivazione dei servizi di assistenza scolastica, assistenza alla comunicazione e trasporto per i propri figli.
L'incontro è fissato per le ore 17 di lunedì 7 settembre presso la sede di LEDHA (via Livigno 2, MM Maciachini) a Milano. Per motivi organizzativi, è necessario confermare la propria presenza. Per questo motivo chiediamo a chi non lo avesse ancora fatto di mandare una mail a info@ledha.it, di registrarsi sul sito internet di LEDHA, oppure telefonando in sede (tel. 02-6570425, dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì).
L'incontro sarà un'occasione per fare una ricognizione sulla situazione in atto nei vari territori, in base alle esigenze delle famiglie presenti, e per illustrare le ultime novità. Nel corso delle ultime settimane, anche grazie agli interventi dei legali del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”, alcune Province e la Città Metropolitana di Milano hanno iniziato ad attivarsi, in collaborazione con i Comuni, per far partire i servizi necessari agli alunni e agli studenti con disabilità. Da altre Province, purtroppo, non ci sono stati riscontri positivi. Con il rischio per molti bambini e ragazzi con disabilità di non poter iniziare l'anno scolastico assieme ai propri compagni.
Quello che per LEDHA è importante ribadire è che il nuovo anno scolastico deve iniziare il 14 settembre 2015 per tutti i bambini e i ragazzi che frequentano le scuole in Lombardia. Agli alunni e studenti con disabilità deve essere garantito il diritto di poter entrare in aula fin dal primo giorno di scuola assieme ai loro compagni di classe: problemi organizzativi o di ordine economico non possono rappresentare una giustificazione per la mancata attivazione dei servizi. Eventuali ritardi o – peggio ancora – la mancanza assistenza ad personam, assistenza alla comunicazione o il trasporto rappresentano comportamenti discriminatori dei diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità. E che possono essere oggetto di un ricorso legale.
“Le Province, inoltre, devono garantire un numero di ore di assistenza appropriato ai bisogni di ciascun bambino e ragazzo con disabilità – aggiunge Armando del Salvatore, di Alfa -. È importante inoltre che gli interventi siano qualificati e che venga data continuità all'intervento degli assistenti educativi e alla comunicazione nel passaggio al nuovo anno scolastico”.