Se l’integrazione non comincia dalle scuole, quando avverrà?


Il 13 gennaio 2024 il Corriere della Sera ha pubblicato un breve editoriale a firma dello storico Ernesto Galli Della Loggia che ha messo al centro il “mito dell’inclusione scolastica”. Pochi giorni dopo, l’editorialista del Corriere della Sera è tornato sullo stesso tema con un nuovo commento dal titolo “Il dibattito sulla scuola e la sfida dell’inclusione“. Entrambi hanno suscitato diverse critiche e commenti da parte di esperti e rappresentanti del mondo associativo delle persone con disabilità. Condividiamo il commento di Renato Ventura, presidente dell’associazione La Tartavela.


Gentile direttore,

solo oggi abbiamo letto l’articolo di Ernesto Galli Della Loggia sulla scuola di sabato 13 gennaio 2024 e le note assai critiche della LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e della FISH-Federazione italiana per il superamento dell’handicap che si occupano della difesa dei diritti delle persone con disabilità.

Come associazioni e organismi che si occupano di persone fragili e affette da disturbo mentale riteniamo che il delicato e dibattuto problema dell’inclusione sociale di persone che a vario titolo (autismo, disturbo e ritardo mentale, oggi definiti disturbi del neurosviluppo, i deficit neurosensoriali…) siano portatori di disabilità non possa essere affrontato secondo  un obsoleto e antiscientifico modello che riproduce logiche segregazionistiche, emarginanti e ghettizzanti e non valorizza la diversità e le peculiarità di ogni persona anche se portatore di una deficitarietà e di una difficoltà di integrazione psicosociale.

Il “mito dell’inclusione” di cui parla Galli Della Loggia è una realtà italiana che ha guidato le direttive europee in tema di disabilità. L’Organizzazione delle Nazioni Unite all’ articolo 14 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), nel 2006, afferma che dovere degli Stati è “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità” (art. 1), andando quindi oltre una prospettiva meramente sanitario‐assistenziale   e, aggiungeremo noi, diagnostica, sostituendola con una logica inclusiva.

La Convenzione è un documento internazionale giuridicamente vincolante ratificato dall’Italia nel febbraio del 2009 e dall’Unione europea nel dicembre del 2010.

È inoltre indice di grave carenza culturale mettere sullo stesso piano i deficit di apprendimento (che possono anche essere di lieve rilevanza a livello di apprendimento e di abilità psicosociali) e che hanno bisogni educativi speciali (Bes) e le altre condizioni, talora molto gravi a livello cognitivo, mentale o motorio e che rientrano nel concetto di disabilità. Tali ultime condizioni provocano stigma e tendenza all’emarginazione sociale. Se l’integrazione sociale non comincia dalle scuole abituando “i cosiddetti normali” a convivere con il “diverso” quando avverrà?

Tutt’altro discorso è quello che riguarda la preparazione degli operatori scolastici di supporto, l’organizzazione e le le risorse che vengono dedicate all’inclusione sociale, e più in generale alla salute mentale, al welfare e alla scuola.

I disturbi dell’apprendimento senza dubbio sono oggi molto enfatizzati e probabilmente sono sovra diagnosticati ma, anche su tale tema, il dibattito è aperto. Molti studiosi oggi criticano l’eccesso di diagnosi psicologiche e psicopatologiche (psichiatrizzazione) frutto di una esasperata tendenza a inseguire il mito (questo sì veramente un mito) prestazionista e efficientista.

Questo modello sociale di matrice liberista e mercatista, che sembra alla base della critica di Galli Della Loggia a una scuola (e a una politica) che si sforza di includere, non è probabilmente estraneo al malessere giovanile. L’uso di sostanze sono a volte il triste correlato di una società che “medica” le sofferenze legate al senso di inadeguatezza alle aspettative di successo “degli allievi cosiddetti normali”. Ma Galli Della Loggia si è mai interrogato cosa è la normalità?

Dott. Renato Ventura, psichiatra e presidente di La Tartavela
Milano 17.01.2024

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