“Nemo” a rischio chiusura entro l'estate

 

Se la situazione non cambierà a breve, lo "Spazio gioco" dell'associazione L'Abilità sarà costretto a chiudere i battenti con l'estate. "Abbiamo assicurato il servizio ai genitori fino a luglio – spiega la presidente, Laura Borghetto – è quanto possiamo garantire con le risorse attualmente a disposizione". Ogni settimana i locali di via Angelo della Pergola e quelli di via Cipro 8 accolgono 45 bambini con gravi disabilità, offrendo loro la possibilità di giocare e divertirsi.

Un luogo dove a tutti viene garantito il "diritto al gioco", sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia ma anche, più recentemente, dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Un luogo unico a Milano che ora, è completamente autofinanziato: "Lo stiamo tenendo in vita con le nostre risorse. Ma in questo periodo di crisi è tutto più complicato", spiega Laura Borghetto. Un progetto attivo da dodici anni "e fa rabbia vedere che rischia di morire in questo modo", conclude la presidente.
Uno dopo l'altro, il progetto "Nemo" ha perso pezzi preziosi. I primi a essere tagliati sono stati i laboratori nelle scuole (che nel 2011 hanno coinvolto 574 alunni e 38 insegnanti della scuola primaria). Poi è stato il turno dei gruppi di auto-mutuo aiuto per i genitori (nel giugno 2011), dello sportello e delle consulenze individuali. A dicembre è stata sospesa un'altra iniziativa all'avanguardia, il progetto "Sollievo". "Si pensa che la famiglia sia forte, fortissima. E invece c'è una fragilità che deve essere accolta e sorretta -spiega Borghetto-. Per questo motivo abbiamo pensato a questo luogo, dove i genitori possono affidare i propri figli a personale qualificato e riprendersi un po' di tempo".
Servizi di qualità, che necessitano un grande investimento economico: circa 130mila euro all'anno per le diverse attività del progetto "Nemo". Il Comune finanziava il 60% delle spese grazie agli stanziamenti previsti dalla legge 285; il resto veniva reperito dall'associazione tramite raccolte fondi e attività di fund raising. È possibile sostenere la campagna "Non vogliamo che Nemo chiuda" attraverso il sito internet dell'associazione (www.labilita.org) o sulla pagina Facebook.

Purtroppo però la legge 285 finanzia solo "nuovi" progetti, per un periodo di tre anni. E così dopo sei anni di lavoro, "Nemo" rischia di dover chiudere i battenti poiché non può più accedere a quei fondi. "La struttura del sistema ci chiede di cambiare il nome ai progetti per avere finanziamenti. Non c'è progettualità, la capacità di fare progetti in un'ottica di lungo periodo -commenta amaramente Laura Borghetto-. Questo problema non riguarda solo noi, ma tante altre associazioni".
"Il nostro sistema legislativo parla molto di sperimentazione. Ma non si arriva mai a mettere a regime questi progetti -incalza Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano-. Quello che stiamo chiedendo alle istituzioni è di mettere nero su bianco i bisogni essenziali delle persone con disabilità. E di mettere a regime i servizi che rispondono a quelle esigenze".
Distinguere l'ordinario dall'emergenza, questo l'obiettivo; dando stabilità a quei progetti che hanno saputo dare risposte efficaci alle esigenze delle persone. In questo modo è possibile liberare risorse ed energie per sviluppare e sperimentare nuovi progetti, in grado di dare risposte a nuovi problemi.
“Immaginiamo di essere di fronte a un palazzo in costruzione – suggerisce Rasconi-. Fino a oggi si sono ricostruite le fondamenta ogni anno. Adesso è ora di far asciugare il cemento e consolidare il lavoro fatto per andare avanti e innovare".

(I.S.)

 

 

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