La città metropolitana nel sociale e nel lavoro

L'ultimo consiglio della Provincia di Milano si è tenuto il 23 giugno e con commozione ho partecipato ai lavori che hanno chiuso l'esperienza di un'assemblea nata nel 1860. Ora parte la grande scommessa della Città metropolitana, con cui disegneremo il nostro futuro e delle generazioni che seguiranno. Voglio così riprendere il discorso sul percorso di alcuni ambiti di competenza della Provincia nel passaggio alla Città metropolitana, come ad esempio il tempo libero. L'Idroscalo è il luogo simbolo di svago, sport e cultura per milanesi e nuovi cittadini. Si tratta di un'area verde importante, un parco pubblico valorizzato negli anni e sul quale ora bisogna ragionare per trovare la forma migliore di gestione tra Comune di Milano, Comune di Segrate e Città metropolitana.

Pensiamo anche ad altri importanti interventi di carattere educativo per i quali si è faticosamente combattuto negli anni: l'assistenza educativa ad personam per i ragazzi disabili e il trasporto degli alunni con disabilità negli istituti superiori. Occorre capire quante risorse siano necessarie e prendere una decisione definitiva per l'inserimento di questi ragazzi e ragazze nella formazione professionale e negli istituti superiori. La Provincia, negli anni, si è fatta carico dei disabili sensoriali, competenza che risale a un regio decreto del 1920. Anche su questo punto è necessario cogliere questa occasione di cambiamento per costruire nuove opportunità di coordinamento, in accordo anche con la direzione scolastica. Questo consentirebbe non solo di garantire le competenze migliori per il servizio, ma anche la certezza delle risorse economiche a disposizione.

Un'altra importante competenza della Provincia è la formazione degli operatori sociali, educatori e volontari che operano sia nel settore pubblico sia nel privato. È importante che questo patrimonio formativo rimanga anche nella Città metropolitana, a servizio dei cittadini.
Serve sostenere il ruolo della polizia provinciale e il lavoro di tutela ambientale che svolge. Occorre una visione unitaria e sistematica tra le istituzioni, per evitare inutili sovrapposizioni di ruoli e obiettivi. Anche la Protezione Civile, e i tanti volontari che ne fanno parte, ha bisogno di poter definire nuovi traguardi e individuare percorsi lineari di crescita. È necessario un contesto normativo adeguato e coerente – comunitario, nazionale e regionale – che ne definisca compiti, ruoli, diritti e doveri. Serve una norma unica nel rapporto tra istituzioni e volontari cittadini. Questo sistema oggi risente della crisi dei bilanci delle istituzioni, ma proprio per questo bisogna individuare delle linee di sviluppo possibili nella Città metropolitana. E per quanto riguarda gli spazi, pensiamo di restituirli alla cittadinanza?
Bisognerà rileggere le strutture che attualmente fanno parte del patrimonio della Provincia rispetto alle esigenze della Città metropolitana e dei suoi cittadini.

In questo momento di difficoltà nel mercato del lavoro serve dare alla Città metropolitana tutti gli strumenti per sostenere politiche di sviluppo economico efficaci. La Provincia, dalla fine degli anni '90, ha contribuito al sostegno delle attività lavorative, promuovendo le start up e la creatività in aggregazione con il territorio. Perché non dare alla Città metropolitana un ruolo sui fondi sociali e fondi strutturali europei che oggi sono negoziati tra Regione e Bruxelles sulla base di linee guida nazionali? Ora è il momento, visto che su queste possibilità si sta chiudendo la programmazione a Bruxelles.
Pensiamo anche alle Camere di commercio: la Città metropolitana dovrebbe partecipare alla gestione degli enti con i quali interagisce negli interventi sul mercato del lavoro.
Occorre necessariamente razionalizzare il sistema, ma deve essere anche chiara la destinazione dei fondi. Perché non si possono attribuire funzioni fondamentali al nuovo ente, come quella dello sviluppo economico, senza porsi il problema dei mezzi economici. Il nuovo ente sarà destinatario diretto o ente intermedio delle risorse?

La Città metropolitana è anche l'occasione per potenziare il sistema delle Agenzie di formazione, orientamento, lavoro (Afol). Serve un'unica agenzia che sappia accorpare i sistemi pubblici su scala metropolitana, in grado di garantire le esigenze territoriali, razionalizzando le spese e i costi, grazie alla possibilità di fare rete. L'obiettivo è mettere insieme bisogni e soluzioni per rilanciare la nostra area con un piano industriale efficace. La Provincia dal 1996, prima a livello nazionale, ha costruito un percorso sulla formazione e sul mercato del lavoro, creando un patrimonio di competenze legato alle realtà territoriali e allo sviluppo locale. È stata separata la gestione della programmazione dalle misure di politiche del lavoro e della formazione, rispettando le specificità delle aree territoriali e facendo in modo che le strutture diventassero autonome. Negli anni si sono sviluppate integrazioni e innovazioni di politiche occupazionali. Questo percorso s'inserisce perfettamente negli obiettivi della Città metropolitana ed è un patrimonio che non deve essere perso, deve essere valorizzato.

Diana De Marchi

Per gentile concessione di Arcipelagomilano.org

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