Diritto allo studio: cosa accade mentre la Città Metropolitana prende tempo?

Siamo alla fine di luglio, ma centinaia di famiglie milanesi e lombarde non pensano alle vacanze. I loro pensieri sono già rivolti al mese di settembre, perché non sanno se i loro figli con disabilità potranno iniziare regolarmente il nuovo anno scolastico a fianco dei propri compagni di classe. Dalla Città Metropolitana di Milano, infatti, da settimane non si hanno notizie.
Lo scorso 25 giugno si è svolta la prima (e ad oggi unica) riunione del gruppo di lavoro dedicato all'individuazione e definizione di buone prassi e modelli di intervento per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Un progetto lanciato dalla Città Metropolitana di Milano cui Ledha Milano ha da subito aderito. Nel corso di quella prima riunione, Maria Rosaria Iardino (Consigliera delegata Pari Opportunità, politiche di genere e sostegno alle categorie più deboli e disabilità di Città Metropolitana di Milano), affiancata dal Direttore di Settore Luciano Schiavone, ha dichiarato l'intenzione (a oggi rimasta tale) di mettere a bilancio gli stessi fondi dell'anno scorso per gli alunni con disabilità, annunciando che, in attesa che regione Lombardia ridefinisca le funzioni dei nuovi Enti di area vasta, la Città Metropolitana accettava di accollarsi come un “obbligo” istituzionale la fornitura dei supporti organizzativi al diritto allo studio, già in capo alla Provincia di Milano.

Sempre nel corso di quella riunione è stato tracciato un quadro che delineava come la strada da seguire fosse quella di delegare ai Comuni e ai Piani di Zona l'erogazione del servizio di assistenza educativa e del trasporto nelle scuole superiori e dell'assistenza alla comunicazione per gli allievi con disabilità sensoriale in tutti gli ordini di scuola. Il tavolo avrebbe dovuto riunirsi nuovamente entro il 20 luglio, ma l'incontro è stato rinviato a data da definire motivando che, con il dibattito sugli emendamenti relativi al decreto Madia, si è ritenuto ” si è ritenuto utile procrastinare tale data, al fine di poterci confrontare con un testo definitivo, sia rispetto le scelte statali che quelle regionali”.

“Ci ritroviamo allo stesso punto di prima, e cioè a zero – commenta Roberto Morali, Direttore di Ledha Milano – Dal 25 giugno ad oggi si è perso del tempo inutilmente, si sarebbe potuto benissimo lavorare per predisporre almeno a livello organizzativo le modalità con cui erogare il servizio ma non ci risulta sia stato fatto nemmeno con il Comune di Milano il cui sindaco presiede la Città metropolitana”.
“Non ci interessano le dispute tra Stato, Regione, Province e Città Metropolitana sul chi-fa-cosa. E nemmeno ci interessano le questioni riguardanti le questioni economiche. A noi interessa solo che i 4.650 bambini e ragazzi con disabilità che frequentano le scuole lombarde di ogni ordine e grado possano iniziare regolarmene il nuovo anno scolastico”, aggiunge Marco Rasconi, Presidente di Ledha Milano.

 “C'è un vuoto profondo causato dal continuo rimpallo di competenze tra gli enti. Ne è ennesima conferma la scusa addotta per l’annullamento dell’incontro tra le associazioni e la Città Metropolitana, da cui ci saremmo aspettati maggior responsabilità istituzionale – aggiunge Donatella Morra, referente di LEDHA Scuola -. In questo quadro confuso il rischio reale è che si perdano d'occhio ancora una volta le persone con disabilità e i loro diritti e che nessuno a settembre o, peggio, dopo i primi mesi di frequenza, si assuma la responsabilità di dire a un bambino non udente o ipovedente o a uno studente con disabilità, che faticosamente è riuscito a entrare come altri suoi coetanei in una scuola superiore: Mi spiace, ma non ci siamo messi d’accordo. Non puoi più andare a scuola!

È in gioco il futuro di migliaia di ragazzi e ragazze, di cittadini di Regione Lombardia, di persone che desiderano proseguire nel proprio percorso di crescita al pari con gli altri. In queste settimane si sta delineando un quadro molto grave: è in atto una discriminazione nei confronti degli alunni e studenti con disabilità. E la legge italiana consente di perseguire chi compie questi atti, come sanno bene le oltre 100 famiglie che in queste settimane hanno aderito alla campagna “Vogliamo andare a scuola!” di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e predisposto delle lettere-diffida per  esigere l'attivazione dei servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza ad personam e trasporto per i propri figli.

Altri articoli

Effettua il login come Associazione
per entrare nell' Area Riservata