CORONAVIRUS E DIRITTI UMANI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ, LE LINEE GUIDA DALL’ALTO COMMISSARIO ONU

Il Covid-19 espone le persone con disabilità a rischi molto elevati, sia per quanto le conseguenze del virus sulla loro salute, sia per quanto riguarda l’impatto delle misure adottate dai governi per contrastare la diffusione del virus. Compreso l’isolamento che è stato necessariamente imposto in molti Paesi.

Di fronte a questo doppio rischiol’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha lanciato l’allarme. Sottolineando l’importanza di coinvolgere le persone con disabilità, di adattare i piani e le misure di contenimento del virus per soddisfare le loro esigenze. In quest’ottica, il 19 aprile 2020 l’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato una guida orientativa per invitare gli Stati ad adottare misure adeguate per affrontare i rischi, sproporzionati, che le persone con disabilità hanno dovuto affrontare in questo periodo di emergenza sanitaria internazionale.

“Le persone con disabilità sono in pericolo persino nelle loro stesse case, dove l’accesso al supporto e ai servizi quotidiani può essere limitato a causa delle misure di lockdown. E alcune soffrono ancora di più a causa dell’isolamento”, ha dichiarato Michelle Bachelet. I rischi per le persone con disabilità, ha aggiunto, sono ancora maggiori nelle strutture residenziali che hanno registrato alti tassi di mortalità da Covid-19 e da cui sono emerse orribili notizie di abbandono durante la pandemia.

L’Alto Commissario ha poi sottolineato l’importanza di rendere accessibili le informazioni sul Covid-19 disponibili in formati accessibili per le persone con disabilità, così come è essenziale garantire l'accessibilità dell'istruzione online. Infine, il commissario Bacheler ha sottolineato l’urgenza di  basare le decisioni mediche su valutazioni cliniche personalizzate e necessità mediche e non sull'età o su altre caratteristiche come la disabilità.

La guida pubblicata dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani identifica le principali preoccupazioni, illustra alcune buone pratiche già adottate in tutto il mondo e definisce nel dettaglio le azioni chiave da adottare nel contesto della pandemia per tutelare in particolare le persone con disabilità.

Dall’analisi delle raccomandazioni dell’Alto Commissariato risulta purtroppo evidente come la gestione dell’emergenza in Italia in molti ambiti non abbia, di fatto, tenuto in prioritaria considerazione le persone con disabilità e non sia stata così in grado di fare fronte alle loro esigenze e ai loro diritti. Nelle strutture, in particolare, il rischio di contagio si è da subito rivelato molto elevato e non sono state adottate né misure preventive forti né adeguati dispostivi di protezione per tutti. Mentre l’accesso alle terapie intensive per quanto riguarda le persone con disabilità è stato limitato, se non addirittura negato.

L’assistenza domiciliare di cui usufruivano numerose persone con disabilità è stata interrotta e in taluni casi non ancora riattivata, nonostante l’art. 48 del D.L. 17 marzo 2020 prevedesse che venissero comunque garantite prestazioni in forme individuali domiciliari o a distanza o resi nel rispetto delle direttive sanitarie negli stessi luoghi ove si svolgevano normalmente i servizi, senza ricreare aggregazione. Inoltre, sul fronte della scuola, la situazione non è omogenea sul territorio nazionale e pur rilevando alcune forme di istruzione realmente inclusiva, ci sono ancora numerosi casi di alunni con disabilità ai quali di fatto non è stata garantita alcuna continuità didattica. 

Per maggiori informazioni in merito alle azioni proposte consultare il documento in allegato

Giulia Grazioli
avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi

 

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