Con una determina pubblicata il 31 marzo 2020, il comune di Milano ha approvato i modelli di co-progettazione elaborati dagli enti gestori “per la rimodulazione del sistema dei servizi sociali afferenti alle attività diurne socio-assistenziali e/o sociosanitarie per le persone con disabilità” in base a quanto previsto dall'articolo 48 del decreto “Cura Italia” (DL n. 18 de1 17 marzo 2020). Le co-progettazioni approvate riguardano centri diurni disabili (CDD),centri socio educativi, servizi di formazione all'autonomia, centri aggregazione disabili. Strutture che erano state chiuse a seguito dei provvedimenti approvati dal governo al fine di contenere della diffusione del Covid-19 (Coronavirus).
“Questa determina cerca di stabilire il punto di equilibrio tra le necessità delle persone con disabilità e la necessità del Comune di poter spendere in modo appropriato quelle risorse che erano già state allocate e, al tempo stesso, portare avanti azioni sinergiche tra i servizi -commenta Umberto Zandrini, presidente del Consorzio SiR-. Si tratta, a mio avviso, di un ottimo risultato che può essere preso a modello e re-interpretato anche da altri Comuni”.
Per contenere la diffusione del Coronavirus, il governo ha emanato una serie di provvedimenti che prevedono (anche) la limitazione degli spostamenti non strettamente necessari delle persone. Sono inoltre state chiuse le scuole e i “centri semiresidenziali a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario”, in base a quanto previsto dall'articolo 47 del cosiddetto decreto “Cura Italia”
Tuttavia, lo stesso articolo di legge puntualizza come “l’Azienda sanitaria locale può, d’accordo con gli enti gestori dei centri diurni (…) attivare interventi non differibili in favore delle persone con disabilità ad alta necessità di sostegno sanitario, ove la tipologia delle prestazioni e l’organizzazione delle strutture stesse consenta il rispetto delle previste misure di contenimento”. L'articolo 48 del decreto inoltre sottolinea il ruolo della co-progettazione tra l'amministrazione competente e gli enti gestori “impiegando i medesimi operatori e i fondi ordinari destinati a tale finalità, alle stesse condizioni assicurative sinora previsti (…) adottando specifici protocolli che definiscano tutte le misure necessarie per assicurare la massima tutela di operatori e utenti”.
Le tipologie di intervento e gli obiettivi variano in base alle esigenze e alle specificità del singolo servizio. Il nuovo modello gestionale per i Centri di aggregazione disabili (CAD), ad esempio, continueranno a lavorare per monitorare la relazione con la persona con disabilità e supportare le famiglie attraverso strumenti come chat su WathsApp, colloqui individuali via Skype e l'attivazione di un numero di telefono dedicato. Inoltre è previsto l'intervento presso il domicilio della persona con disabilità e la possibilità di realizzare semplici attività di laboratorio (per 2-3 ore a settimana) in una stanza appositamente dedicata, messa a disposizione dall'ente dove sono presenti solo ospite e operatore.
“Un provvedimento che attendevamo e che ha dato un quadro formale a iniziative dei singoli servizi – commenta Roberto Morali Direttore di Ledha Milano – L'interlocuzione del Comune con il Forum del Terzo Settore della Città di Milano in questo momento critico ha aiutato molto; ora occorre monitorare la situazione affinchè tutte le persone con disabilità possano avere risposte anche quelle che non frequentano i servizi diurni. Ci auguriamo che l'esempio di Milano possa essere preso come punto di riferimento anche da altri comuni.”