Baskin, sport per tutti

Si scrive “Baskin” si legge “sport per tutti”. Perfetto per gli amanti della palla a spicchi, ma non solo: “Tutti possono giocare, anche chi non ha mai fatto un tiro a canestro”, spiega Mauro Mazzara, giocatore del “SangaBaskin” di Milano. Le regole, per un profano che guarda a questo sport dall’esterno, possono sembrare complesse e persino un po’ macchinose. Ma il risultato – sul campo – sono partite vere, animate e molto sentite. In cui ciascun giocatore offre alla squadra il proprio contributo in base alle proprie potenzialità.

Il baskin è nato circa otto anni fa a Cremona, dall’idea di un papà alla ricerca di un modo per far giocare assieme i suoi figli, tra cui uno con disabilità. Da quel momento, sul cartello d’ingresso campeggia la scritta “Cremona, città del baskin”. Da questa esigenza “domestica” è nato un movimento che oggi in Italia conta 53 squadre e più di quattromila giocatori, tra cui 350 bambini e ragazzi con disabilità fisica e intellettiva. Solo a Milano e nel distretto denominato “Lombardia Nord” (che comprende i distretti di Rho, Lentate, Gerenzano, Pogliano e Parabiago) ci sono  più di 1500 atleti e otto squadre attive. Ora l’obiettivo di Mauro Mazzara e di Andrea Bricolo è quello di creare una nuova squadra con sede a Quarto Oggiaro dove, nei prossimi mesi, la società sportiva “Asd Futura”, avvierà un corso di baskin.

Cos’è il baskin
Baskin è un’attività sportiva che si ispira al basket ma ha caratteristiche particolari ed innovative. Questo nuovo sport è stato pensato per permettere a maschi e femmine, giovani normodotati e giovani con disabilità di giocare nella stessa squadra.
Punto di forza del baskin, è la possibilità offerta a tutti i giocatori, con qualsiasi tipo di disabilità (fisica o mentale) di partecipare. “In ciascuna squadra i giocatori sono divisi in cinque ruoli”, spiega Mauro. I “Ruolo 5” sono i giocatori di basket, che possono marcarsi solo tra di loro. I “Ruolo 4” invece possono essere amici, accompagnatori, fratelli e sorelle degli altri giocatori: normodotati, ma non giocatori assidui: “Si marcano tra loro e marcano i giocatori Ruolo 5”. I “Ruolo 3”, ovvero persone con abilità ridotte, ad esempio ragazzi con sindrome di Down, focomelici o persone con disturbi cognitivi. I “Ruolo 2” viene ricoperto soprattutto da ragazzi con autismo. A completare il team, i giocatori “Ruolo 1”: ragazzi con disabilità molto gravi (Sla o distrofia muscolari). A ciascun ruolo corrispondono regole di comportamento specifiche (in quale zona del campo stare, chi marcare, quanti palleggi fare,…).

“La forza del baskin sta nel fatto che tutti, veramente tutti possono giocare – spiega Mauro -. Se un ragazzo con la distrofia, un Ruolo 1, può impugnare solo una pallina da tennis per tirare a canestro, usa quella. E se riesce a tirare solo da 40 centimetri lo fa da quella distanza”.  Nato a Cremona, oggi il baskin si sta diffondendo in tutta Europa: ci sono squadre in Ungheria, Francia, Spagna. “Quando abbiamo giocato contro il Nantes, in Francia, è stato incredibile scendere in campo in un palazzetto immerso in un silenzio totale – ricorda Mauro -. Nella squadra avversaria c’era un ragazzo non vedente, che si muoveva seguendo il battito delle mani della sua guida”.

Obiettivo di Mauro e Andrea (entrambi giocatori di baskin) è far crescere questo sport. Per questo sono alla ricerca di nuovi giocatori per formare una nuova squadra che avrà base nella palestra della società sportiva “Asd Futura” a Quarto Oggiano: “Scriveteci, chiamateci, provate”, è l’invito che i due ragazzi rivolgono a tutti i curiosi residenti nella zona di Milano Nord ma anche nei comuni limitrofi.

Per informazioni è possibile scrivere ad Andrea Bricolo

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