Punti di prossimità, uno spazio di pensiero e di crescita

Da sessant’anni, Aias Milano opera per migliorare la salute e la qualità della vita delle persone con disabiiltà, promuovendone il benessere, l’autonomia e l’inclusione sociale tramite i servizi erogati dalle aree sanitaria e sociale. “Assieme a ‘La sacra famiglia’ alla ‘Don Gnocchi’ siamo una delle associazioni storiche attive sul territorio cittadino e metropolitano. E siamo stati uno dei fondatori di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità”, spiega Massimo Diani di Aias Milano.

Oggi le persone in carico ad Aias Milano sono circa 1.500. Da un lato ci sono gli utenti dell’area sanitaria, persone con disabilità, principalmente nell’età evolutiva, affette da patologie psicomotorie, psicoaffettive e da disturbi del neurosviluppo che vengono seguiti presso le due sedi di Milano e Pantigliate: “Abbiamo neuropsichiatri, psicologi, psicomotricisti, logopedisti e altre figure professionali, tra cui un assistente sociale, che ci permettono una presa in carico integrale della persona con disabilità e della sua famiglia”, spiega Diani. A queste attività si aggiungono quelle dell’ambito sociale, attivate a partire dagli anni Duemila, che vedono la presenza di Aias Milano nell’area sud-est del territorio metropolitano: “Siamo stati chiamati dal Comune di San Donato per seguire il servizio di assistenza educativa scolastica, e da lì ha avuto inizio la nostra attività sul territorio nell’area sociale -racconta Diani-. Oggi abbiamo circa 400 educatori che operano in un centinaio di scuole per seguire un migliaio di bambini”.

Aias Milano è una delle associazioni partner del progetto “Prossimità possibile”, promosso da Ledha Milano in collaborazione con altre realtà del territorio della Città Metropolitana di Milano: “Nel distretto in cui operiamo, il sud-est milanese, ci sono molte realtà del terzo settore che, se ben guidate, possono mettersi assieme e creare un tessuto di possibilità e proposte. In questo momento sul territorio c’è già una rete, ma non è molto sviluppata. Soprattutto manca una cornice condivisa in cui procedere in maniera coordinata: il rischio è che ciascuno lavori in autonomia, magari duplicando attività e servizi lasciando scoperte altre aree di bisogno -spiega Diani-. Senza dimenticare le famiglie, che spesso vedono i servizi sociali come semplici erogatori di servizi, ma che invece possono svolgere un ruolo fondamentale”.

Fulcro del progetto “Prossimità possibile”, sono i punti di prossimità che, nella visione di Aias Milano possono rappresentare “uno spazio fisico e di pensiero in cui le famiglie si possono incontrare e ritrovarsi per crescere assieme. Noi siamo nati come associazione di famiglie, ma con il passare del tempo e con la crescita delle attività è diventato sempre più faticoso mantenere i legami con le famiglie -spiega Diani-. Il progetto ‘Prossimità possibile’ ci da la possibilità di riprendere questi contatti e fornire un servizio anche alle famiglie. Inoltre, ci permetterà di metterci in rete in maniera più strutturata con le realtà del terzo settore del territorio in cui operiamo”.

 

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