Milano, nasce “Casa Solidale”

A Milano è nata la “Casa Solidale”. In un'ala di Villa Finzi (quartiere Gorla) il Comune ha assegnato oltre 600 metri quadrati dello storico edificio a realtà del terzo settore che si occupano di persone con disabilità. Tra queste LEDHA Milano, che  utilizzerà gli spazi assegnati per la gestione del CPV-Centro progetto di vita. Un servizio che ha come obiettivo quello di fornire informazioni, consulenza e aiuti concreti alle persone con disabilità che vogliono costruirsi un progetto di vita indipendente. “Finalmente le idee hanno trovato casa. Ora dobbiamo riempire di contenuto questi spazi”, commenta Marco Rasconi, presidente di LEDHA Milano.

Il Centro progetto di vita nasce come progetto sperimentale gestito da LEDHA e finanziato da Regione Lombardia. Si occupa della progettazione personalizzata di percorsi di vita autonoma ed indipendente, accompagnando le persone con disabilità motoria nella definizione di un proprio progetto di vita. “Negli ultimi tre anni abbiamo incontrato circa 150 persone – spiega Marco Rasconi -. Mediamente incontro 5-6 persone al mese, solo per quanto riguarda le persone con disabilità fisica. Noi vorremmo estendere il progetto anche alle persone con disabilità cognitiva”.  
Il compito del CPV è quello di aiutare le persone a trovare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze. Soluzioni che – ovviamente – non possono essere fisse una volta per tutte, ma si devono adattare di volta in volta alle mutate esigenze della persona. Inoltre nei nuovi spazi del Centro progetto vita verranno anche organizzati corsi di formazione per operatori e per gli assistenti personali: “Il nostro obiettivo è arrivare ad accompagnare ogni mese all'autonomia una decina di persone nuove”, aggiunge Marco Rasconi.

All'interno della Casa Solidale di via Sant'Erlembardo troveranno posto anche servizi e associazioni che si occupano di autismo e i gruppi di auto mutuo aiuto. Nelle prossime settimane il Comune emanerà il bando per l'assegnazione degli spazi. “Ci sono molti edifici pubblici sottoutilizzati -commenta Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali-. Siamo contenti di aver trovato buone mani cui affidare spazi che altrimenti sarebbero rimasti vuoti e abbandonati”.

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